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La Learning Agility: un mindset indispensabile per affrontare i tempi moderni 04 Febbraio 2019 00:00

scritto da Angela Gallo

I never lose. I either win or learn. 
(Non perdo mai. A volte vinco, a volte imparo)
Nelson Mandela

Nel 2000 Sandra Bullock, in Miss F.B.I. Infiltrata speciale, interpreta un’agente di polizia molto in gamba, che, talvolta, non esegue gli ordini preferendo assecondare il proprio istinto. Per questo motivo, durante un’azione, mette a repentaglio la propria vita e quella di un collega, che rimane ferito. Per darle la possibilità di riscattarsi, il suo capo la sceglie come agente da infiltrare alle elezioni di “Miss Stati Uniti”, con l’obiettivo di smascherare un criminale che annuncia, attraverso lettere cifrate, i propri bersagli. L’agente Hart, interpretato dalla Bullock, una donna “senza una quantità rintracciabile di estrogeni”, si trasforma così in “Miss New Jersey”, grazie al coaching di Victor Melling (Michael Caine), che la fa diventare un’autentica “Miss”.

Il film mette bene in evidenza il processo di apprendimento che caratterizza la Learning Agility: se guardate il film, noterete che la trasformazione del personaggio si verifica proprio perché la protagonista ha maturato un processo di apprendimento caratterizzato da quello che Michael Lombardo e Robert Eichinger, nel libro The Leadership Machine (2004), definiscono agilità, intesa come: “la capacità di imparare nuove competenze e abilità per essere in grado di operare in condizioni nuove, difficili o differenti”. Potremmo definire questa specificità più semplicemente come velocità di apprendimento, finalizzata a migliorare le proprie conoscenze e a sviluppare le capacità in risposta a situazioni esterne nuove ed in continuo mutamento, in termini sia di maggiore efficacia realizzativa e gestionale sia di abilità integrativa e collaborativa.

La letteratura mette in evidenza che le persone con agilità di apprendimento hanno a disposizione più “strumenti nella cassetta degli attrezzi” per la soluzione dei problemi. Sono in grado di utilizzare facilmente sia il lato del cervello analitico-sistemico sia quello emotivo-creativo. Inoltre, le persone agili agiscono in scioltezza per realizzare i propri risultati, in particolare nel conflitto, poiché capiscono quando è il caso di evitare lo scontro, di conciliare, competere, collaborare o cercare il compromesso. Sappiamo che la necessità per le aziende è di avere persone in grado di gestire il cambiamento per sopravvivere e prosperare. L’agilità di apprendimento diventa quindi, in un contesto veloce e in perenne mutamento come quello attuale, un vero e proprio fattore critico di successo. I professionisti in grado di usarla abilmente possono assicurare l’agilità nel business sviluppando i processi e i sistemi migliori, grazie alla loro capacità di apprendere costantemente dall’esperienza. Potenziare la consapevolezza sulla personale Learning Agility diventa strategico in quanto permette di analizzare le seguenti ipotesi previsionali: quanto siamo in grado di abbandonare prospettive e idee non più significative e affrontarne di nuove? Quanto siamo più o meno “agili”, e di conseguenza veloci, in tema di apprendimento dall’esperienza?

Tra i diversi contributi della Learning Agility è fondamentale mettere in luce quattro orientamenti:

  • AGILITÀ DI PENSIERO. È la propensione ad affrontare e gestire situazioni diverse, sia facendo affidamento sulle abilità di elaborazione logica delle informazioni sia ricorrendo a processi cognitivi di formulazione di linee d’azione in presenza di imprevisti o situazioni accidentali. L’agilità di pensiero è sostenuta dal pensiero critico, dal problem solving sistemico e dall’apertura mentale.
  • AGILITÀ RELAZIONALE. È riconducibile all’abilità di integrarsi e muoversi in modo fluido all’interno di processi relazionali, valorizzando e acquisendo il potenziale contributivo fornito dai diversi interlocutori. L’agilità relazionale è sostenuta dalla disponibilità alla collaborazione e integrazione, alla gestione delle difficoltà o divergenze relazionali, alla gestione della diversità intesa come sapersi rapportare a persone con atteggiamenti e culture diverse.
  • AGILITÀ NEL CAMBIAMENTO. Convergono i diversi elementi caratterizzanti la prontezza nel reagire ai cambiamenti e agli imprevisti derivanti da specifiche problematiche gestionali o ambientali, gestendoli costruttivamente e vivendoli come opportunità e non come difficoltà. Rappresenta anche la tendenza a ricercare e apprezzare elementi di novità, senza lasciarsi influenzare dalle convenzioni e dalle modalità abitudinarie precedentemente acquisite.
  • AGILITÀ NEI RISULTATI. Rappresenta la disponibilità a mettersi in gioco in prima persona nelle attività, sperimentandosi e contribuendo a gestire situazioni complesse. In questo orientamento è presente anche la proattività funzionale ad affrontare situazioni meno codificate. L’agilità nei risultati è sostenuta dalla proattività, dalla gestione delle priorità e dai diversi elementi di adattabilità gestionale.

In sintesi, la Learning Agility, all’interno di un contesto in continuo cambiamento e di innovazioni tecnologiche crescenti, consente a un individuo di attivare modalità di pensiero agili e fluide per approcciare in maniera sistemica ed evolutiva situazioni diverse, di operare, collaborare e apprendere in realtà dinamiche. L’indicazione che la Learning Agility fornisce è la propensione di una persona di imparare dall’esperienza – propria e altrui – e di applicare i contenuti appresi per cambiare le modalità per ottenere i risultati e migliorare le performance future. Questo tipo di orientamento ci porta a riflettere sulla nostra velocità autonoma di apprendere dall’esperienza, su quanto siamo orientati a cambiare o preferiamo situazioni stabili e consolidate. Vale la pena che ci poniamo questo tipo di riflessione? Secondo noi sì, perché come diceva William James: “… una delle più grandi scoperte della mia generazione è che un essere umano può cambiare la propria vita, semplicemente cambiando il proprio modo di pensare”.

 Angela Gallo, laureata in Filosofia a indirizzo psicologico, ha una specializzazione in Psicologia e una in Psicodiagnostica. Consulente di organizzazione aziendale nel campo dello sviluppo manageriale, ha collaborato con le principali aziende operanti nel mercato italiano e internazionale nei temi della People strategy. È esperta di metodologia di assessment e di apprendimento manageriale. Dal 2006 è Presidente della società Ideamanagement Human Capital e dirige l’Assessment & Development School e il Master di Skill Coaching. Ha pubblicato numerosi libri, tra cui Competenze e Sentimenti (Edizioni ESTE, 2015) e Voglio solo il mio yogurt – Il viaggio nel cambiamento (Edizioni ESTE, 2017), Narrare le capacità (Edizioni ESTE, 2018).