“Se una persona vuota il borsellino nel cervello nessuno glielo potrà più portare via! L’investimento in conoscenza paga sempre l’interesse più alto”, esortava Albert Einstein.
Per anni, tuttavia, in Italia la formazione sul lavoro è stata al di sotto dei livelli medi europei. Oggi, secondo dati Istat, quasi il 70% delle imprese del Belpaese con almeno 10 addetti svolge attività di formazione. La quota sale al 90% nelle grandi imprese. Nel complesso circa il 10% degli adulti partecipa ad attività formative, in linea con la media UE. Ma siamo lontani dal picco (36%) dai primi della classe, la Svezia.
Lo sviluppo professionale, proprio e dei collaboratori, passa prima di tutto dall’apprendimento continuo. Sviluppare competenze, in costante evoluzione, è per tutti una importante risorsa per raggiungere obiettivi personali e aziendali.
Molti studi hanno dimostrano che l’apprendimento è un processo che non si interrompe mai in tutte le fasi della vita. Apprendere, tuttavia, non significa solo studiare, bensì acquisire e mettere in campo una capacità di adattamento ogni volta che affrontiamo un cambiamento.
Un aspetto da chiarire è che non impariamo per tutta la vita sempre nello stesso modo, con lo stesso ritmo e con il medesimo spirito di quando siamo giovani o nei primi anni di lavoro.
Basti pensare a come si impara una lingua straniera o a suonare uno strumento musicale, tipiche attività favorite dalla giovane età (anche se non precluse in età matura).
Con apertura mentale e impegno possiamo però continuare a migliorare e ampliare il nostro bagaglio di competenze.
Ma quali sono i comportamenti che favoriscono l’apprendimento continuo?
Ecco alcuni spunti e consigli.
Uno stimolo importante deriva da tre fattori chiave.
Innanzi tutto l’attenzione, utile per selezionare le percezioni ritenute significative rispetto ad uno scopo, escludendo emozioni non rilevanti.
Poi la memoria, che ci aiuta a codificare, conservare e recuperare le informazioni e le competenze acquisite con lo studio e l’esperienza.
Infine il pensiero, nel suo significato di processo cognitivo che ci permette di elaborare le informazioni e le conoscenze, risolvere problemi, attraverso ragionamenti deduttivi e induttivi.
Il desiderio di apprendere e migliorare non è comune a tutti e per tutta la carriera lavorativa. Va coltivato e stimolato.
Guardandoci intorno ci accorgiamo che molte persone sono frenate da pigrizia, inerzia, pregiudizi. O dalla pura o avversione al cambiamento. “Abbiamo sempre fatto così” è il mantra che ostacola l’apprendimento e il cambiamento continui.
Il ruolo di chi guida persone diventa allora strategico. Il Capo, con le sue motivazioni, i suoi comportamenti, la fiducia trasmessa al collaboratore, è il motore per diffondere la fame di apprendimento fra i collaboratori. È un impegno quotidiano, al quale dedicare tempo e attenzione.
Ciò che un buon Capo dovrebbe promuovere è l’attitudine di imparare ad imparare, rimuovendo barriere e ostacoli.
Le principali resistenze all’apprendimento sono un atteggiamento passivo o negativo, la mancanza di tempo o di attenzione, la pressione delle urgenze. Ma anche stanchezza, distrazione, noia, incostanza. Incidono poi la mancanza di un metodo o l’assenza di un chiaro obiettivo.
Eppure spesso sono proprio i manager che si rifugiano nella scusa che non hanno tempo, perché devono raggiungere risultati a breve termine o affrontare emergenze. L’apprendimento continuo, invece, produce risultati notevoli ma spesso non immediati.
Nessun piano di sviluppo delle persone può accendere il motore dell’apprendimento se proprio il manager non prende l’iniziativa.
Ci sono molti modi per favorire l’apprendimento nei colleghi: dalla formazione al confronto, dallo stimolo alla curiosità alla spinta verso le innovazioni. Ogni giorno si può imparare qualcosa, specie quando ci sono dei problemi che fanno emergere aree di miglioramento.
Una base indispensabile è far crescere nelle persone la consapevolezza che apprendere cose nuove ogni settimana è importante se non addirittura vitale per l’esistenza e il futuro dell’impresa.
Il Capo, quindi, può costituire un “semaforo verde”, trasmettendo entusiasmo, convinzione e sostegno.
Oppure, può essere un “semaforo rosso”, che ostacola, inibisce e scoraggia il percorso di apprendimento.
Tu che semaforo vuoi essere?
PS E per finire un monito da un grande pensatore, il Mahatma Gandhi: “Vivi come se dovessi morire domani. Impara ogni giorno come se dovessi vivere per sempre”.
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