Far crescere le persone… fa crescere l’impresa
“Non cercare di diventare un individuo di successo, cerca piuttosto di diventare una persona di valore”, esortava Albert Einstein.
La crescita personale, non a caso, è considerato un fattore chiave nella scelta dell’impresa in cui lavorare, da 7 dipendenti su 10.
È quanto emerge da una ricerca condotta dall’istituto tedesco Markteffect per Goodhabitz. L’indagine, di respiro europeo, ha coinvolto circa 12.000 lavoratori (circa 1.000 italiani), di età tra i 25 e i 55 anni, attivi in vari ruoli in aziende di diversi settori e differenti dimensioni.
Gli addetti, secondo lo studio, si aspettano un impegno dell’azienda nella loro formazione e la possibilità di crescere e apprendere nuove competenze. A questo elemento è spesso legata la scelta di restare in quell’impresa o di cambiare lavoro.
Eppure molte aziende trascurano la crescita dei propri dipendenti e alcuni manager la considerano un’attività secondaria o una perdita di tempo.
Sviluppare le capacità dei propri collaboratori, al contrario, è un compito chiave quotidiano dei capi per raggiungere i risultati a breve e medio termine. Tutti i capi, quindi, dovrebbero diventare degli allenatori di competenze.
Il ruolo dei capi nell’apprendimento delle capacità dei collaboratori è cruciale.
Infatti, non solo influenzano direttamente il contesto lavorativo, ma sono anche modelli di comportamento e facilitatori del processo di sviluppo delle competenze.
Per favorire l’apprendimento i responsabili devono innanzi tutto dare l’esempio con comportamenti adeguati, in modo da essere poi “imitati” dai propri collaboratori. Ma non basta.
I manager devono anche sostenere e incoraggiare l’allenamento e la crescita continua dei collaboratori nelle varie competenze.
Un ambiente di lavoro sereno e stimolante contribuisce a generare risultati ed è la base per mettere a proprio agio i collaboratori e favorire il loro apprendimento. Costruire e mantenere un clima di fiducia e rispetto reciproco, quindi, è essenziale e dipende soprattutto dai capi.
Ma non basta ancora. I capi dovrebbe avere il coraggio di sostenere i collaboratori nell’adottare nuovi comportamenti e persino nel fare errori e ricevere feedback. Promuovere una “cultura del feedback” aperto e costruttivo ed incoraggiare la sperimentazione e l’apprendimento continuo.
Il feedback è uno strumento fondamentale per lo sviluppo delle competenze comportamentali. Senza feedback, i collaboratori rischiano di non comprendere in quali aree devono migliorare o non colgono i propri progressi.
Il riconoscimento dei progressi, in particolare, è un forte rinforzo motivazionale per i collaboratori che stanno cercando di sviluppare nuove capacità. Riconoscere e celebrare i progressi fatti, sia in modo formale che informale, aiuta a rafforzare i nuovi comportamenti e incoraggia ulteriori sviluppi.
Un errore frequente da parte dei capi è la mancanza di un feedback chiaro, costruttivo e tempestivo. Senza feedback, i collaboratori possono non essere consapevoli dei loro comportamenti inadeguati o delle aree di miglioramento. Questo finisce con il frenare o bloccare i cambiamenti necessari.
Attenzione, però. Spesso i capi si limitano al feedback correttivo e trascurano, invece, il feedback positivo quando le persone adottano comportamenti virtuosi, raggiungono risultati o introducono innovazioni.
La mancanza di feedback positivo può demotivare i collaboratori, che possono sentirsi non apprezzati per i loro sforzi, cancellando l’entusiasmo e l’impegno per migliorare le proprie competenze comportamentali.
Attenzione infine ad evitare messaggi confusi o contraddittori. Chiarezza, semplicità e tempestività contribuiscono, invece, a sviluppare un clima di fiducia con un potente effetto sulla capacità di apprendimento dei collaboratori.
A mano a mano che si sale di ruolo e responsabilità cresce il livello di competenze richiesto. Ai manager, infatti, non basta la conoscenza degli aspetti tecnici e professionali del lavoro: occorre anche la capacità di gestire risorse umane, economiche e tecnologiche.
Le capacità sono comportamenti organizzativi necessari che possono essere descritti e riconosciuti quando vengono messi in atto dalle persone.
Siete pronti a far crescere i vostri collaboratori?
PS E per finire una riflessione da Michelangelo Buonarroti, a chi gli faceva osservare la sua grandezza rispose “Io sto ancora imparando”.
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