Intelligenza Artificiale, Hr e coaching…. integrazione o minaccia?

“L’intelligenza è la capacità di adattarsi ai cambiamenti”, sosteneva il visionario scienziato Stephen Hawking. Una esortazione che appare davvero profetica se applicata al nuovo stadio dell’evoluzione umana, con la comparsa di un ospite inatteso: l’intelligenza artificiale (IA).

Eppure, a livello mondiale, due terzi dei direttori delle risorse umane, secondo una ricerca di HRE, hanno confessato di non avere ancora adottato l’intelligenza artificiale nelle loro attività.

Il cambiamento è epocale. L’intelligenza artificiale generativa, infatti, si sta diffondendo in tutti i campi e in tutti i settori e avrà un impatto enorme sull’economia.
Secondo uno studio di Capital Economics, il maggiore beneficio lo avranno gli Stati Uniti (indice 70), seguiti da Corea del Sud (52), Gran Bretagna (56), Canada (49) e Germania (47).

L’Italia, secondo paese manifatturiero in Europa, sarà solo al 25° posto globale in questa singolare classifica, a causa soprattutto dei ritardi nella diffusione del digitale e alla carenza di laureati in materie scientifiche e tecnologiche.

 

Fare previsioni è sempre difficile, certo. Ma una cosa sembra sicura. Con l’IA dovremo averci a che fare, che ci piaccia o no. Anche nel variegato mondo delle risorse umane.
Le prime applicazioni non mancano in giro per il mondo e anche nella Penisola. Si va dalla ricerca dei talenti alle interviste di lavoro. Dall’inserimento del personale alla formazione. Dall’assesment alla gestione delle dimissioni.
Ci sono già strumenti di coaching individuale in cui l’interfaccia non è più una persona, il coach, ma un avatar guidato dall’intelligenza artificiale. Un sistema in grado di valutare le risposte delle persone e porre nuove domande, dando poi un report finale. I risultati hanno mostrato che per ora il coach digitale è carente in empatia e non valorizza le emozioni. Il coach umano, quindi, ottiene migliori risultati.

Ma le macchine sembrano in grado di imparare rapidamente. I coach, quindi, non dovrebbero temere di essere sostituiti del tutto da sistemi di IA. Piuttosto devono imparare ad usare l’intelligenza artificiale e adattarsi al nuovo scenario.

Per esempio, nel ricevere feedback o nell’impostare l’attività a seconda delle persone che hanno di fronte. Insomma, la prospettiva sembra quella di una integrazione fra coach umano e coach digitale.

Lo stesso principio vale per le risorse umane. L’IA è in sperimentazione, per esempio, nelle selezioni, specie se si tratta dell’inserimento di molte persone, in genere giovani.

Condurre migliaia di colloqui è complicato, costoso e richiede molto tempo. Sono stati fatti test affidando la pre-selezione a sistemi basati sull’intelligenza artificiale, in grado di fare migliaia di interviste simultanee. L’IA segue parametri assegnati e valutazioni standard, segnalando i candidati più promettenti.

La selezione vera e propria dei candidati finali è stata poi condotta da esseri umani, per le molte implicazioni nel valutare non solo le competenze, ma anche le capacità, il carattere e la sintonia con i valori dell’impresa e con le persone.
Ci sono poi applicazioni legate ad altri ambiti come il servizio clienti. Già oggi è possibile dialogare con un assistente virtuale generato dall’IA, che arriva fino ad un certo punto. Se il problema non viene risolto si può chiedere di parlare con una persona.

In futuro questa funzione potrebbe essere svolta completamente da un avatar capace di dialogare e apprendere al fine di generare risposte utili, attingendo ad un patrimonio di informazioni vastissimo, non gestibile da una persona.
Lo stesso potrebbe accadere nell’amministrazione, catalogando fatture e documenti. Questo avviene già, per esempio, nello smistamento dei documenti ricevuti da grandi aziende via Pec.

 

Insomma, la rivoluzione è appena cominciata
L’Intelligenza artificiale ci rimpiazzerà facendoci perdere il posto di lavoro? No.

Il nostro posto di lavoro sarà sostituito da quei colleghi che sapranno utilizzarla.

In conclusione, le persone, a qualsiasi livello e in qualsiasi ruolo, oggi più che mai dovrebbero imparare ad utilizzare questi strumenti e non temerli.

PS Il tema dell’impatto dell’IA sulle risorse umane e sul coaching è al centro del Talk online in programma il 16 maggio, dove Paolo Baldriga ci mostrerà l’impatto che l’IA ha avuto e avrà nel mondo del Coaching e della gestione delle risorse umane.

 

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