La generosità sul lavoro sentimento guida del 2024

“Il valore di una persona va misurato in base a quanto dà agli altri e non per quello che riceve”, ammoniva Albert Einstein.

Secondo una recente ricerca negli Stati Uniti, due dipendenti su tre considerano “molto importante” nella propria attività la relazione con i capi. E ben sei su dieci preferiscono un superiore empatico ad uno competente ma freddo. Alcuni sondaggi svolti in Italia da psicologi del lavoro segnalano che gli addetti lamentano nei manager carenze nei rapporti interpersonali.

IdeaManagement ha deciso di regalare a tutti come “sentimento guida” del 2024 la generosità. Potrebbe sembrare una scelta bizzarra, ma non è così. Specie nel nuovo scenario post pandemia, in cui molti lavorano spesso da remoto.

La generosità nel mondo del lavoro si traduce in alcuni concetti chiave: attenzione, ascolto, sostegno, fiducia, riconoscimento.
E ha una valenza in tutte le relazioni: fra superiori e collaboratori e viceversa e fra colleghi e colleghe.

La generosità è un sentimento spesso silenzioso e discreto ma che ha il potere di trasformare i rapporti fra le persone e l’ambiente di lavoro.
Un vero e proprio faro che illumina e guida uno stile di leadership che esalta preziosi aspetti intangibili del lavoro come l’entusiasmo, la dedizione, la creatività. È un esercizio quotidiano, fatto di piccoli e grandi gesti, di “momenti della verità” nei quali il rapporto umano diventa centrale e supera ruoli e barriere.

Ma come si può esercitare la generosità?

Cominciamo dai manager, da chi ha la responsabilità di guidare una squadra. Innanzi tutto occorre rispetto per le persone, nei modi, nei toni, nei comportamenti. Nel tempo dedicato a propri collaboratori, nel sostegno da dare e nella disponibilità ad ascoltare.

C’è poi una parola magica che spesso viene dimenticata per l’intero anno e usata solo nei saluti natalizi. La parola è “grazie”. Il ringraziamento è una pratica che al contrario andrebbe esercitata dai superiori in ogni occasione in cui le persone intorno a noi fanno qualcosa di straordinario o anche solo di normale, con il cuore e con la testa.

Un altro piccolo esercizio legato alla generosità è quello di celebrare i successi. Quando un progetto viene portato a termine, un problema risolto o semplicemente tutto va bene. Basta poco, allora, per dimostrare la generosità: riunire subito le persone e complimentarsi, riconoscendo sforzi e dedizione di chi ha contribuito al risultato. Questo ci metterà nelle migliori condizioni anche per affrontare la situazione opposta in cui qualcosa va storto.
Molti capi, invece, hanno l’abitudine di chiamare a raccolta lo staff solo per rimproveri e lamentele.

Un altro aspetto chiave è il tempo. Bisogna dare un mano ai collaboratori quando ne hanno bisogno, magari rimandando impegni personali.

Ci sono poi “momenti della verità” nei quali la generosità si trasforma davvero in una risorsa eccezionale. Per esempio quando un collaboratore è in difficoltà, per motivi personali o familiari. Un superiore illuminato spingerà l’intera squadra a dare supporto alla persona in crisi. Un capo poco empatico, al contrario, coglierà l’occasione per accanirsi sulla persona, ricordando che “il lavoro viene prima di tutto”.

Gli stessi principi possono essere applicati fra colleghi e nei rapporti con i superiori. Ognuno, infatti, dovrebbe essere interessato a costruire un ambiente di lavoro basato sul rispetto e la collaborazione.

I vantaggi di una generosità diffusa nell’ambiente di lavoro sono notevoli.

Per chi la riceve cresce il benessere, c’è un impulso alla motivazione e si diffonde una cultura d’impresa positiva e sostenibile.
Per chi la pratica si traduce in migliore produttività, sviluppo di innovazione e creatività, maggiore armonia e condivisione, stabilità del team.
La generosità diffusa si trasferisce così verso i clienti che acquistano i prodotti o i servizi dell’azienda, creando valore per tutti.

 

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