“Le grandi imprese cominciano spesso con un gesto di iniziativa.”
— Peter Drucker
Viviamo in un tempo che premia chi agisce, non chi reagisce.
Mentre le organizzazioni si ristrutturano, i processi diventano fluidi e le certezze evaporano, emerge una qualità che fa la differenza tra chi subisce il contesto e chi lo plasma: l’iniziativa.
Molto più che un’attitudine, l’iniziativa è una competenza strategica. Una leva invisibile ma potentissima.
Una capacità che distingue chi “fa il suo” da chi genera impatto.
Cos’è (e cosa non è) l’iniziativa
L’iniziativa non è semplice intraprendenza.
Non è nemmeno l’attivismo frenetico di chi si muove troppo e a vuoto.
È, invece, la capacità di attivarsi in modo autonomo, tempestivo e coerente, senza bisogno di essere sollecitati.
Chi la possiede riconosce un bisogno, un’opportunità, una criticità — e si muove per primo. Con lucidità, responsabilità e coraggio.
L’iniziativa si esprime ogni volta che qualcuno:
- propone un miglioramento senza che nessuno lo abbia richiesto,
- affronta un problema prima che diventi urgente,
- si assume il rischio del primo passo, anche in contesti incerti.
In questo senso, è l’antidoto più concreto alla cultura della passività.
Perché l’iniziativa oggi è una priorità HR
Secondo il World Economic Forum, entro il 2027 la capacità di “agire in autonomia” sarà tra le prime cinque competenze più richieste a livello globale.
E non solo nei ruoli manageriali.
Per i team HR e per i responsabili di linea, questo significa una cosa:
bisogna imparare a riconoscerla, misurarla, svilupparla.
Ma qui sta il problema: l’iniziativa non si legge nei CV. Non si deduce da un colloquio ben condotto. E non si improvvisa.
Serve uno strumento che vada oltre le parole: l’assessment.
Assessment: quando l’iniziativa diventa visibile
L’assessment – quando ben progettato – è una lente potente. Permette di osservare comportamenti reali in azione, di costruire situazioni in cui l’iniziativa può emergere in modo autentico.
Ecco cosa osserviamo in un percorso di assessment:
- Chi prende il primo passo in un lavoro di gruppo, anche senza ruolo assegnato.
- Chi propone, struttura, rilancia.
- Chi esce dallo schema esecutivo e si espone per contribuire.
- Chi, davanti a una situazione complessa, non aspetta istruzioni, ma agisce.
L’iniziativa, così, diventa misurabile. E valorizzabile.
Perché ciò che si può osservare, si può anche sviluppare.
Un consiglio ai manager (e a chi gestisce il talento)
Vuoi sapere se una persona ha iniziativa? Osserva cosa fa quando nessuno le dice cosa fare.
L’iniziativa è la scintilla dell’innovazione, del miglioramento continuo, della responsabilità diffusa. È la qualità che fa la differenza nei contesti incerti.
Ed è, sempre più, la competenza che distingue i collaboratori affidabili da quelli strategici.
Il nostro suggerimento? Allenare lo sguardo a riconoscerla.
Dare spazio a chi la esercita. E costruire sistemi (come l’assessment) che la facciano emergere.
Chi agisce prima, fa la differenza. E chi sa riconoscere chi agisce prima, guida davvero il cambiamento.
Vuoi riconoscere chi farà la differenza?
L’iniziativa è la miccia del talento. Senza di essa, anche le competenze migliori restano in attesa.
Con l’iniziativa, anche in contesti incerti, le persone si mettono in movimento — e fanno accadere le cose.
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